Questa sera verrà assegnato il Premio Strega. Se fossi uno
dei giudici mi sentirei profondamente a disagio. Un romanzo è la vita di chi lo
scrive. La vita di ogni essere umano è un libro. Ogni scrittore compone un
unico libro, quello che esprime la parte consistente della sua vita. Certo: il
narratore può produrre dieci, venti o cento libri ma è come se continuasse a
scriverne uno solo. Non si può che scrivere un solo libro, quello che - setacciando
la fiction e la poesia del racconto - riconduce all’esperienza e alla
personalità di chi l’ha scritto.
Pertanto, se fossi io a giudicare, dovrei considerare lo
stile, la forma, la suggestione poetica e la forza del costrutto, degli aggettivi, dei verbi.
Solo questo. Non sarei in grado di giudicare una vita. Ogni vita ha il suo
valore. Ha valore quella di Hemingway e quella di Sveva Casati Modigliani,
quella di Proust e quella della Rowling.
L’esperienza di ognuno è personale, il mio giudizio soffrirebbe
dell’affinità con la mia esperienza e questo mi risulterebbe insopportabilmente parziale. Non potrei giudicare nessuno in un concorso letterario. Ogni vita
merita rispetto.
(Sergio)
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