Le querce
Vengo dai giardini a voi, figlie dei monti:
dai giardini dove la Natura vive paziente, quotidiana,
curata, curatrice, tra uomini diligenti.
Voi, gloriose querce somigliate a un popolo di Titani
in un mondo domato, e siete solo vostre e del cielo
che vi nutrì e allevò, e della Terra che vi fu madre.
Nessuna di voi conosce la scuola degli uomini.
Gioiose, libere, balzate dal forte groviglio delle radici,
afferrate possenti lo spazio come l'aquila la preda,
levate alle nubi una limpida corona di sole.
Ognuna è un mondo, vivete come le stelle celesti,
ognuna divina, unite in libertà fra voi.
Se tollerassi la schiavitù non invidierei
questa selva e mi piegherei alla vita di tutti.
Se il mio cuore non fosse avvinto alla vita di tutti
- non sa lasciare l'amore - tra voi vorrei dimorare.
Vengo dai giardini a voi, figlie dei monti:
dai giardini dove la Natura vive paziente, quotidiana,
curata, curatrice, tra uomini diligenti.
Voi, gloriose querce somigliate a un popolo di Titani
in un mondo domato, e siete solo vostre e del cielo
che vi nutrì e allevò, e della Terra che vi fu madre.
Nessuna di voi conosce la scuola degli uomini.
Gioiose, libere, balzate dal forte groviglio delle radici,
afferrate possenti lo spazio come l'aquila la preda,
levate alle nubi una limpida corona di sole.
Ognuna è un mondo, vivete come le stelle celesti,
ognuna divina, unite in libertà fra voi.
Se tollerassi la schiavitù non invidierei
questa selva e mi piegherei alla vita di tutti.
Se il mio cuore non fosse avvinto alla vita di tutti
- non sa lasciare l'amore - tra voi vorrei dimorare.
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