Pregiudizi. Preconcetti.
Sempre la solita solfa.
È nero. È bianco. È bello. È
brutto. È ricco. È povero. È di Destra. È di Sinistra. È italiano. È americano.
È musulmano. È del Sud. È del Nord. È buono. È cattivo. È intelligente. È
stupido. Veste bene. Veste male. Ha l’alito cattivo, l’alito gli profuma di
rose. È ciccione. È troppo magro. È alto. È basso. Ha la Ferrari. Ha la Panda.
Lavora poco. Lavora moltissimo. È svogliato. È determinato. Sa ascoltare. È
narcisista. Ha gli occhi blu, ha lo sguardo banale. Scrive bene, non sa
scrivere. È un ottimo attore, non sa recitare. È un genio, è una schiappa. È
fortunato. È sfigato. Lo invidio. Lo odio. Lo detesto. Se potessi lo
ammazzerei. È un cretino. È un asociale. È un metti- zizzania, è un uomo che
cerca il compromesso. Ha paura. È un codardo…
Categorie – prestabilite – in
cui infiliamo i nostri pensieri (giudizi). È uno standard che ci torna
utilissimo: basta una parola, due al massimo, ed ecco il nostro oracolo.
Non si ha tempo di conoscere
una persona. Non vale la pena approfondire un rapporto; meglio che il rapporto
non ci sia.
Apparteniamo tutti alla
Specie Umana. Ognuno di noi ha esigenze uguali all’altro: mangiare, dormire, immaginare,
fare sesso, amare. Eppure le DIFFERENZE nascono con facilità e si impongono
nelle nostre relazioni, scatenando guerre, producendo orrori, determinando la
morte di centinaia di persone.
PERCHE’??
Perché non riusciamo ad
andare oltre la nostra dimensione. Perché ci ostiniamo a restare confinati in
una bolla intrisa di odio e di rancore e crediamo d’aver capito tutto allorquando
riusciamo a identificare il nostro nemico. NOI SIAMO I NEMICI DI NOI STESSI!!
Dovremmo smetterla di
scannarci per un mollichina di pane, come fanno le formiche (che però tra di
loro collaborano), riunirci sotto un’unica bandiera e, quando tutti hanno da
mangiare e tutti possono sognare, dobbiamo iniziare l’ESPLORAZIONE DELLO
SPAZIO!!!
Non abbiamo altra scelta.
Non abbiamo altro compito. Il genere umano – secondo Hawking – scomparirà entro
1000 anni, secondo me entro 100, 50 anni. E quando moriremo tutti, si udrà solo
lo scoppio di un piccolo peto nell’Universo…
Kaspar: Hai parlato con lo
psichiatra?
Sergio: Sì, c’ho parlato…
Kaspar: Non è bravo
abbastanza…
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