lunedì 14 luglio 2014

Vorrei lavorare in Facebook (o in Google Plus)


Sai, Kasparino, io non invidio nessuno. Non ho mai invidiato alcuno. L’invidia non è un peccato di cui San Pietro – quando volerò in alto – mi potrà accusare…

Kaspar: Ma di Lussuria e di Ignavia sì.

Sergio: Sì. Grazie. Ti dicevo che non invidio nessuno, invidiare è inutile e non ha senso ma… ci sono delle eccezioni…

Kaspar: Che sono?! Sbrigati! Devo dare l’acqua ai pomodorini pachino, sono quasi maturi…

S: Di Hawking invidio la capacità d’immaginare l’assoluto, di Kubrick la visionarietà, evolutiva, fredda. Di Mozart la capacità, forse, d’aver colto l’assoluto e di Rocco Siffredi il lavoro che fa.

K: Sbrigati!

S: Ora se n’è aggiunto un altro…

K: Chi? Michelangelo? Gesù o Dio? (dato che sei modesto…)

S: No. L’impiegato o l’impiegata di Facebook. Colui o colei che davanti a uno schermo controlla 20 milioni d’italiani che parlano con gli altri, parlano di sé, ridono, soffrono, litigano, si amano, si commuovono, s’incazzano…

K: Certo, per te che sei… aspetta… com’è che ti definisci? Ah, sì “Un cacciatore di emozioni”.

S: Sì…

K: … Per te sarebbe una vera cuccagna.

S: Come stare sulla montagna dei soldi per Zio Paperone…

K: Ma gli impiegati di Facebook non comunicano con gli iscritti. È impossibile per noi avere un contatto con loro… L’impiegato Mario Rossi che lavora in Facebook è al di sopra del bene e del male… Poi, a dirti il vero, io immagino non un maschio. Una femmina. La signorina (o signora) Maria Ros… No. Con un cognome meno diffuso… che ne so… Elisa di Rivombrosa. Ecco, la signorina di Rivombrosa ha la possibilità di osservare liti, riappacificazioni, di censurare volgarità, di punire foto oscene (e tu ne sai qualcosa: quando mettevi le donnine con i capezzoli al vento, eh, te lo ricordi…?)

S: Sì, me lo ricordo.

Kaspar: Certo che ne vedranno di cose… Potrebbero scriverci un libro, un dossier che avrebbe il fascino della fiction narrativa, o buttare giù l’intrigante sceneggiatura di un film. Sono sicuro che entrambi sarebbero un successo.

Sergio: Sì. Chi lavora in Facebook ha una grande fortuna. Ha a disposizione un’umanità composita cui attingere per derivarne consigli e stati d’animo, e per farli propri: se utili. Se risolutivi. Io immagino la signorina di Rivombrosa che quando l’algoritmo inventato dagli ingegneri di Zuckerberg le dice che quell’iscritto crea problemi, lei verifica, decide, perdona o condanna ma, cosa più importante, CAPISCE. Vive quel momento, ne è partecipe e se ne ricorderà, insieme alle altre migliaia di problemi, per crearsi una memoria esistenziale che, spero, la renderà migliore…

Kaspar: L’acqua ai pomodori!

Sergio: Vai, caz…!

Kaspar: Attento! La signorina di Rivombrosa!

Sergio: Quanto l’invidio!

Kaspar: Più di Rocco Siffredi?

Sergio: Uguale…

 

 

 

 

 

 

 

 

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