Credo che le traduzioni dall’originale siano sgradevoli,
le considero quasi un obbrobrio. Ma sono necessarie. Attraverso un dizionario
traduttore (ma anche attraverso la conoscenza, acquisita non naturale/natìa,
della lingua) cola e si disperde l’anima di un autore. Le poesie rimangono intraducibili.
Vi sono numerose eccezioni, naturalmente, la versione di Annibal Caro dell’Eneide,
l’amore di Fernanda Pivano per Hemingway e gli Americani della Beat Generation,
per citarne solo due.
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