mercoledì 30 ottobre 2013
mai. Baby K - Non cambierò mai ft. Marracash
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Addio, Georges. Georges Descrières : un chat m'a sauvé la vie - Archive vidéo INA
http://www.youtube.com/v/uiZlMO_8kig?autohide=1&version=3&autohide=1&feature=share&attribution_tag=XkI2jZQfwdm1nr942wPszA&showinfo=1&autoplay=1
Venite al Nord a rubare il lavoro. Giorgio Porcaro Vs Abatantuono
http://www.youtube.com/v/dXBOlMi1lNs?version=3&autohide=1&autohide=1&feature=share&showinfo=1&autoplay=1&attribution_tag=OLdi0tmStFG88me1fa6MYQ
Mi dovrà dire solo un nome - Il prestanome - Allen
http://www.youtube.com/v/8tbxv99RarA?version=3&autohide=1&showinfo=1&autohide=1&autoplay=1&attribution_tag=jpM-rbUVvHgUqH6Ojdmdgw&feature=share
Luigi. In nome del popolo sovrano [1990, Luigi Magni] - La fucilazione di Cicer...
http://www.youtube.com/v/-R2bWeXRo2g?version=3&autohide=1&showinfo=1&autoplay=1&autohide=1&attribution_tag=KNQGfheZYkpq2hmyyXMTGA&feature=share
Kaspar, Sergio, Fuorilegge e il Teorema di Fermat
Kaspar: Sergino, alcuni
amici lamentano che 50 centesimi a capitolo siano eccessivi… Alla fine, con
l’iva, andranno a spendere più di 20 Euro.
Sergio: Non avevo calcolato
l’iva al 22 per cento che applica Lulu.com. All’inizio pensavo che il costo di
1,50 Euro fosse complessivo. Ho sbagliato. Lo adeguerò, “work in progress”,
ricordi?
K: Fai sempre casini…
S: Dunque… NON FACCIO CASINI!!! Dunque… I capitoli sono quaranta… Devo
calcolare 35/38 centesimi per restare nei 20 Euro…
K: Perché, a quanto verrà
venduta l’edizione cartacea?
S: 18,60… 18,70… Quindi,
posso fare il seguente calcolo; se io attribuisco un prezzo di 1,05 a ogni
file, con un’iva del 22 per cento…
K: Fai 1,10…
S: … Sono quaranta capitoli
a 35 centesimi, fa… Mi passi la calcolatrice, per favore?
K: Io te la passo, però
ricorda che non stai vendendo patate ma emozioni.
S: Non mi rompere i
coglioni! Lo so! Devo però dare un valore al mio lavoro!
K: Ma è solo un libro in
self-publishing…
S: Va bene. Anche Moravia ha
pubblicato “Gli indifferenti” a proprie spese e la Tamaro ha ricevuto 16
rifiuti prima di editare “Va’ dove ti porta il cuore”…
K: Tu non sei né Moravia né
la Tamaro. Sei un maledetto sceneggiatore sottopagato, visionario, stralunato e
in piena demenza senile!
S: Dopo ti rompo il cu… MI
PASSI LA CALCOLATRICE!
K: TROVALA NELLE FUNZIONI
DEL TELEFONINO!
S: Ecco… Non riesco… Con
l’iva, un Euro e 5 centesimi a file, 35 centesimi a capitolo, 22 per cento
d’iva… Che cazzo…
K: Te l’ho detto, fai
casini…
Sergio: Facciamo così,
adeguo il prezzo a partire dal prossimo file: un Euro e 5 centesimi…
Kaspar: Hai risolto il
Teorema di Fermat!
Sergio: Non scherzare… E
dammi una mano….
lunedì 28 ottobre 2013
Su Lulu.com
Sto pubblicando i primi
capitoli di FUORILEGGE in formato ebook sul sito Lulu.com, alla fine spero di
arrivare all’edizione cartacea del libro.
FUORILEGGE nasce da un
racconto che avevo abbandonato in un cassetto nel 1985. Anni dopo ne avevo
tratto una sceneggiatura (incompleta), quattro anni fa ho iniziato a dargli la
consistenza di un romanzo. L’ho completato.
La natura cinematografica
prevale quasi ovunque.
Adesso è un’opera di
narrativa; proverò a migliorare la cifra letteraria, continuando a rimaneggiarla.
FUORILEGGE è ancora “in fieri”.
Su Lulu.com sono apparsi i
primi 6 capitoli, raccolti in due file di 3 capitoli ciascuno, scaricare un
file costa 1,50 euro.
Agli amici di Googlepiù e di Twitternon
so come chiedere… quello che qualche volta è stato chiesto a me: comprate il
mio libro.
No.
Non è ancora un libro.
Agli amici di Googlepiù e Twitter
chiedo solo d’investire un euro e cinquanta centesimi (un euro e ottanta con
l’iva applicata da Lulu.com) e di assaggiare la pietanza cucinata da Sergio
Liotti Ventrìce. Se piace, di continuare a mangiare.
FUORILEGGE tratta proprio di
cibo e di iper-alimentazione.
I personaggi si muovono in
un futuro remoto, post apocalittico, dove chi è grasso o in sovrappeso viene
sanzionato con una pena pecuniaria o con la carcerazione, che diventa ergastolo
nei casi più gravi.
FUORILEGGE è una
provocazione ed è “politicamente scorretto”.
I protagonisti, i
“Ciccioni”, sono esseri abominevoli, disgustosi ma… forse… i soli depositari
del “segreto”, quello del piacere e della semplicità della vita.
Un tipo di vita che non
esisterà più.
Sergio
FUORILEGGE di Sergio Liotti Ventrìce - primo capitolo
Fuorilegge
Capitoli 1-3 (di 40)
sergio liotti ventrìce
Gli uomini malvagi
vivono per poter mangiare e bere;
i buoni mangiano e bevono per vivere.
Socrate (attribuitagli da Plutarco), Opere
morali
Uno non può pensare
bene, amare bene, dormire bene,
se non ha mangiato
bene.
Virginia Woolf, Una stanza tutta
per sé
Il futuro è tutto ciò
che abbiamo pensato.
Attr. ad Arthur Charles Clarke
1
È
mia, finalmente!
Potrò
portare Marika e le sue amiche lungo il nono livello. Il terminale ha lo schermo dai colori perfetti e
un elaboratore Algius a energia combinata rigenerante 7: media potenza ma
sufficiente per lavorare anche in auto.
Ore
08.00. Grado di potenza 53. Chilometri orari 218: velocità di crociera.
“Crisalide” è l'ultimo modello della serie Europa 3. È confortevole e molto maneggevole.
La
temperatura esterna è di 19 gradi, quella interna di 21. La cellula ottica del
rivelatore non segnala imperfezioni sul percorso.
Sono
felice. Mi muovo con gioia su questo meraviglioso concentrato di tecnologia.
Ore 08.10. Non dovrei incontrare gli stop-men automatici. E speriamo di non
beccare i Miles della sicurezza; mi fermerebbero di sicuro... Comunque, è tutto a posto.
Attivo il pulsore rosso, quello grande. La voce è molto più dolce
rispetto al precedente modello ma, pur sempre, metallica. Non potevano
sostituirla con quella di Rita Camastras Soter, la regina degli spogliarelli
video? «Buongiorno, signore, il suo peso attuale è di 61 chilogrammi, 203
grammi e 977 milligrammi. Variazione
milligrammi 5/10 minutosecondo.»
«Grazie,
buongiorno.»
«Buongiorno.»
Il
suo saluto apre la comunicazione, il mio la chiude.
Sto
fuori di quasi 52 grammi, dev'essere stato il cake al cioccolato della
colazione...
Maledizione! Eccoli!
Invio
il codice. Mi controllano. Forza, cazzo! Dài, dài, dài!
Ok.
Verde! La cellula video si spegne, vediamo cos'ha da dirmi: «Buongiorno, signore. Gli stop-men hanno
registrato una variazione irregolare nel suo peso attuale. Multa di 18 Trones.
Addebito effettuato sul conto 92987. Buongiorno.»
«Buongiorno.»
Meno
male che non hanno lanciato quell’insopportabile stridio polifonico. Meglio non
pensarci. La giornata inizia male.
Oh,
no. Mio Dio, i Miles!
Sono
costretto a fermarmi. Mi faranno entrare in quella macchina infernale...
sabato 26 ottobre 2013
mercoledì 23 ottobre 2013
domenica 20 ottobre 2013
martedì 15 ottobre 2013
lunedì 14 ottobre 2013
Fragili e iperconnessi
Fragili e iperconnessi - Zygmunt Bauman (sociologo)
Dal quotidiano romano, a diffusione gratuita, "Metro":
"Ogni persona passa 7 ore e mezza davanti a qualche tipo di schermo, dentro cui si chiude in una vita online più confortevole di quella offline". Il passaggio tra le due modalità è sempre più problematico ed è quello su cui si sofferma il sociologo Zygmunt Bauman, inventore della "modernità liquida", fortunata metafora della contemporaneità. La tecnologia semplifica ma ci rende fragili e impazienti, incapaci di progettare a lungo termine, di sacrificarci per un obiettivo, dice Bauman, a Milano per un incontro di Meet the media guru: "Per strada tutti guardano il telefonino, il tempo di attesa è sparito, come la noia". Questo, insieme alla precarizzazione causata dalla crisi, cambia la nostra percezione del tempo: non esiste più la prospettiva a lungo termine, ma solo l'ora, il presente. "Essere 'connessi' 40 anni fa richiedeva una gran fatica, - precisa Bauman - io ci ho messo una vita e molto studio a farmi alcune centinaia di relazioni, oggi con Facebook bastano poche ore, ma ci vuole lo stesso tempo per disfarle".
L'effetto collaterale è la disconnessione e la fragilità nella vita reale, dove tutto è più arduo. Il rischio più grande poi riguarda i bambini: sempre più affidati a gadget e baby sitter digitali, per loro la distinzione tra mondo reale e digitale non è più certa.
Che fare?
"L'obiettivo è minimizzare le perdite". Anche se non lo può fare la politica: "La gente ha sempre meno fiducia nei politici, non perché sono corrotti, ma perché non possono mantenere le promesse". Il potere vero, quello finanziario ed economico, è globalizzato, mentre la politica si muove su scala locale.
Bauman si presta a commentare anche l'attualità della tragedia di Lampedusa: "La modernità ha prodotto persone 'ridondanti' rispetto ai cicli produttivi, causando le migrazioni. Fino a un certo punto ha prevalso l'assimiliazione: trasformare lo straniero, che fa paura, in uno di noi. Oggi non funziona più, le città sono arcipelaghi di dispore. Le reazioni possono essere due: la mixofobia, la paura del mescolarsi che fa sì che non si permetta alle persone di venire da noi legalmente. La mixofilia invece considera la varietà attraente. La varietà è il naturale habitat della creatività, diceva Lessing. E gli europei non sono forse sempre stati creativi?".
"Ogni persona passa 7 ore e mezza davanti a qualche tipo di schermo, dentro cui si chiude in una vita online più confortevole di quella offline". Il passaggio tra le due modalità è sempre più problematico ed è quello su cui si sofferma il sociologo Zygmunt Bauman, inventore della "modernità liquida", fortunata metafora della contemporaneità. La tecnologia semplifica ma ci rende fragili e impazienti, incapaci di progettare a lungo termine, di sacrificarci per un obiettivo, dice Bauman, a Milano per un incontro di Meet the media guru: "Per strada tutti guardano il telefonino, il tempo di attesa è sparito, come la noia". Questo, insieme alla precarizzazione causata dalla crisi, cambia la nostra percezione del tempo: non esiste più la prospettiva a lungo termine, ma solo l'ora, il presente. "Essere 'connessi' 40 anni fa richiedeva una gran fatica, - precisa Bauman - io ci ho messo una vita e molto studio a farmi alcune centinaia di relazioni, oggi con Facebook bastano poche ore, ma ci vuole lo stesso tempo per disfarle".
L'effetto collaterale è la disconnessione e la fragilità nella vita reale, dove tutto è più arduo. Il rischio più grande poi riguarda i bambini: sempre più affidati a gadget e baby sitter digitali, per loro la distinzione tra mondo reale e digitale non è più certa.
Che fare?
"L'obiettivo è minimizzare le perdite". Anche se non lo può fare la politica: "La gente ha sempre meno fiducia nei politici, non perché sono corrotti, ma perché non possono mantenere le promesse". Il potere vero, quello finanziario ed economico, è globalizzato, mentre la politica si muove su scala locale.
Bauman si presta a commentare anche l'attualità della tragedia di Lampedusa: "La modernità ha prodotto persone 'ridondanti' rispetto ai cicli produttivi, causando le migrazioni. Fino a un certo punto ha prevalso l'assimiliazione: trasformare lo straniero, che fa paura, in uno di noi. Oggi non funziona più, le città sono arcipelaghi di dispore. Le reazioni possono essere due: la mixofobia, la paura del mescolarsi che fa sì che non si permetta alle persone di venire da noi legalmente. La mixofilia invece considera la varietà attraente. La varietà è il naturale habitat della creatività, diceva Lessing. E gli europei non sono forse sempre stati creativi?".
giovedì 10 ottobre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
martedì 8 ottobre 2013
domenica 6 ottobre 2013
venerdì 4 ottobre 2013
Il governo tedesco: Lampedusa è un problema italiano.
IL GOVERNO TEDESCO AD AFFARITALIANI.IT: "LAMPEDUSA È UN PROBLERMA ITALIANO"
di Alberto Maggi
"La tragedia di fronte alle coste di Lampedusa ci è ben presente". Così il portavoce del Ministero degli Interni tedesco, Jens Teschke, commenta con Affaritaliani.it la tragedia che si è consumata nelle nostre acque: "Siamo profondamente turbati per la terribile situazione in Nord-Africa, che ha portato a questo futile tentativo dei rifugiati di fuggire dai loro paesi. Il ministro degli Interni tedesco, Hans-Peter Friedrich, ha più volte chiesto una conferenza europea per i rifugiati siriani. Come forse sapete, la Germania accoglie 5.000 profughi dalla Siria, senza contare i più di 1.000 richiedenti asilo provenienti dalla Siria ogni mese".
"In merito al dibattito sull'asilo, conosciamo bene i problemi dell'Italia già dagli anni '90, ma in Germania i richiedenti asilo sono stati 71.000 nei primi otto mesi del 2013 mentre sono stati 21.000 nello stesso periodo in Italia; pertanto non pensiamo che la situazione richieda un nuovo sistema di distribuzione dei rifugiati in Europa. La Germania sostiene misure in Europa per evidenziare i problemi con i sistemi di richiesta all'interno degli stati membri. Il nuovo regolamento di Dublino prevede un sistema di allarme precoce e di un meccanismo per la gestione delle crisi. Voglio anche ricordare che l'anno scorso la Germania ha avuto il 23% di tutte le domande d'asilo, mentre l'Italia ha solo il 5%, cioè 949 domande di asilo per milione in Germania, a differenza di 256 richiedenti asilo per milione in Italia. Tutti i paesi europei devono occuparsi del problema dei profughi. Dobbiamo consentire all'Europa di affrontare il problema, ma pensiamo che sia risolvibile, almeno in un primo momento, a livello nazionale".
di Alberto Maggi
"La tragedia di fronte alle coste di Lampedusa ci è ben presente". Così il portavoce del Ministero degli Interni tedesco, Jens Teschke, commenta con Affaritaliani.it la tragedia che si è consumata nelle nostre acque: "Siamo profondamente turbati per la terribile situazione in Nord-Africa, che ha portato a questo futile tentativo dei rifugiati di fuggire dai loro paesi. Il ministro degli Interni tedesco, Hans-Peter Friedrich, ha più volte chiesto una conferenza europea per i rifugiati siriani. Come forse sapete, la Germania accoglie 5.000 profughi dalla Siria, senza contare i più di 1.000 richiedenti asilo provenienti dalla Siria ogni mese".
"In merito al dibattito sull'asilo, conosciamo bene i problemi dell'Italia già dagli anni '90, ma in Germania i richiedenti asilo sono stati 71.000 nei primi otto mesi del 2013 mentre sono stati 21.000 nello stesso periodo in Italia; pertanto non pensiamo che la situazione richieda un nuovo sistema di distribuzione dei rifugiati in Europa. La Germania sostiene misure in Europa per evidenziare i problemi con i sistemi di richiesta all'interno degli stati membri. Il nuovo regolamento di Dublino prevede un sistema di allarme precoce e di un meccanismo per la gestione delle crisi. Voglio anche ricordare che l'anno scorso la Germania ha avuto il 23% di tutte le domande d'asilo, mentre l'Italia ha solo il 5%, cioè 949 domande di asilo per milione in Germania, a differenza di 256 richiedenti asilo per milione in Italia. Tutti i paesi europei devono occuparsi del problema dei profughi. Dobbiamo consentire all'Europa di affrontare il problema, ma pensiamo che sia risolvibile, almeno in un primo momento, a livello nazionale".
Delocalizzazione
Alcune
sere fa ho seguito un servizio sul tg2 sulla delocalizzazione delle imprese.
Numerosi
imprenditori del Nord, ma anche del Centro Italia, trasferiscono la produzione
in Francia, in Germania (sic!), in Svizzera, in Romania, in Cina perché è più conveniente.
Conveniente
poiché il costo del lavoro è di molto inferiore, v’è la certezza delle tasse,
la burocrazia è sopportabile.
Hanno
ragione.
Hanno
ragione?
Hanno
ragione ad abbandonare un Paese in agonia?
Quale
danno arrecano questi diecimila imprenditori a un economia cui vengono
sottratti 1.500.000 (un milione cinquecentomila) posti di lavoro, ricreati all’estero?
Costoro,
che esercitano il sacro diritto alla libera intrapresa, io li qualifico come
codardi.
Caro
imprenditore nato in Italia, cresciuto professionalmente in Italia, devi
restare nel tuo territorio e fare di tutto per migliorare la qualità del tuo
lavoro: lottando per cambiare le leggi, se ne hai le palle!
Scappare
è facile; è una piccola vigliaccheria che quasi tutti nella vita ci concediamo.
Sui
prodotti realizzati in Germania, però, continua ad apparire il marchio Made in
Italy, e questa è una grande ipocrisia comune a pochissimi.
Ora
la crisi - cari imprenditori del Nord Est, non dimenticatelo - sta diventando
mondiale, in Italia Destra e Sinistra sono incompatibili, e Mario Monti sorride
sotto i baffi.
Il
suo ritorno è molto probabile. Potrebbe costringere tutti a produrre in Italia
e imporre un aliquota seconda la quale si deve versare allo Stato il 99 per
cento del reddito.
Lo
può fare. Lo stava facendo.
Non
lo dimenticate, imprenditori (alcuni) vigliacchetti del Nord Est.
Sergio
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