domenica 16 marzo 2014


Cinecittà, la fabbrica dei sogni, rischia di essere sfregiata per sempre da una colata di 400 mila metri cubi di cemento. L’attuale progetto della società che g...estisce gli storici studios di proprietà pubblica prevede la costruzione di un albergo, piscina, sale fitness, un posteggio sotterraneo, negozi e ristoranti con l intento di mutarne per sempre il core business dal cineaudiovisivo all’intrattenimento puro.
Il 4 luglio del 2012 i lavoratori di Cinecittà, per scongiurare questo scempio, hanno coraggiosamente intrapreso una lotta molto serrata contro il presidente di allora e attuale azionista di maggioranza Luigi Abete.
Dopo 3 mesi di sciopero, occupazione e varie iniziative eclatanti sono riusciti a strappare un accordo che prevedeva investimenti e un progetto reale di rilancio per l’azienda e contratti di solidarietà per i lavoratori disposti a ridursi lo stipendio pur di salvare questo patrimonio pubblico unico al mondo. Questo accordo fu cofirmato dal mibact, proprietario dei terreni e delle strutture attraverso l’Istituto Luce, che si pose come mediatore e controllore del reale rispetto dello stesso. Nel contempo purtroppo i mezzi tecnici furono ceduti alla Panalight e la postproduzione fu affittata alla multinazionale americana Deluxe che circa un mese fa ha annunciato l’abbandono del settore pellicola col rischio di mettere 40 lavoratori in cassa integrazione e tre licenziamenti nel settore digitale benché l’azienda avesse assicurato che non ci fossero rischi di questo tipo.
L’ accordo fu pienamente rispettato dai lavoratori mentre l’azienda non ha fatto nulla di quanto promesso e oltretutto ha smesso di pagare i canoni di affitto creando enormi problemi all’ Istituto Luce proprietario. Malgrado tutto il Mibact non ha ancora sentito il bisogno di difendere i proprio interessi, quindi di tutti noi, per vie legali ma bensì sta seduto ad un tavolo di trattative da 15 mesi con una controparte sorda che ha ampiamente dimostrato la propria inaffidabilità.
Cinecittà ha bisogno urgente di investimenti e di rimettere i teatri di posa al passo con i tempi, necessita di una legislazione adeguata per quanto riguarda gli sgravi fiscali sul capitale investito per le produzioni straniere, necessità di essere gestita come merita! Gli studios di Pinewood in Inghilterra stavano per essere sostituiti con dei centri commerciali, poi l idea di defiscalizzare il 25% del capitale investito ha permesso non solo di sopravvivere ma anche di aumentare la produzione fino al punto di doverli ingrandire con altri teatri di posa. E’ tanto difficile copiare?
Cinecittà è unica, se potessimo concorrere alla pari con gli altri paesi non ci sarebbe partita. Di tutto questo non ne beneficerebbero solo gli Studios ma tutto l’indotto del cineaudiovisivo composto da 10mila imprese, ne beneficerebbe un quartiere che si è sempre fatto orgoglio di chiamarsi Cinecittà e tutta Roma.
Il 19 marzo i lavoratori e tutte le persone che amano Cinecittà manifesteranno davanti al mibact dalle ore 15 per far sì che il ministro Franceschini si svegli. E' giunta l'ora che il mondo della cultura alzi la voce. E’ giunta l’ora di realizzare un progetto vero di rilancio e pensare ad alternative credibili per la gestione di questo bene pubblico invidiatoci da tutto il mondo. E’ giunta l’ora di salvare Cinecittà.
Un Cinecittadino di Salviamo Cinecittà!

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