sabato 31 maggio 2014
George Eliot
Adam Bede
incipit
"Con una singola goccia d'inchiostro per specchio, uno stregone egiziano promette di rivelare lontane immagini del passato a chiunque passi per caso di lì. Questo è quello che ho intenzione di fare io per te, caro lettore. Con questa goccia d'inchiostro sull'estremità della mia penna ti mostrerò l'ampia bottega di Jonathan Burge, falegname e muratore del villaggio di Hayslope, come appariva il 18 giugno, nell'anno del Signore 1799..."
George Eliot (Mary Ann Evans)
incipit
"Con una singola goccia d'inchiostro per specchio, uno stregone egiziano promette di rivelare lontane immagini del passato a chiunque passi per caso di lì. Questo è quello che ho intenzione di fare io per te, caro lettore. Con questa goccia d'inchiostro sull'estremità della mia penna ti mostrerò l'ampia bottega di Jonathan Burge, falegname e muratore del villaggio di Hayslope, come appariva il 18 giugno, nell'anno del Signore 1799..."
George Eliot (Mary Ann Evans)
venerdì 30 maggio 2014
Günter Grass
"E va bene: sono recluso in una casa di salute, il mio infermiere mi osserva, quasi non mi stacca l'occhio di dosso; difatti c'è uno spioncino nella porta, e il mio infermiere ha l'occhio di quel bruno che di scrutare me, l'occhiazzurro, è incapace..."
Günter Grass, Il tamburo di latta
Günter Grass, Il tamburo di latta
Kaspar: Sono veramente colpito! La somiglianza è... Secondo te è un caso di plagio? Sergio: Non so... devo ricercare bene... Kaspar: Non puoi essere il primo a essertene accorto, cerca bene, molto bene! E, comunque, il concerto di Mozart è "Concerto per flauto, ARPA e orchestra"... Sergio: Già, avevo dimenticato l'arpa... Kaspar: Non riesco a credere che tu abbia scoperto una cosa del genere... Sergio: Il plagio? Di "plagi" è pieno il mondo, guarda la musica odierna... Kaspar: Falla finita! E non montarti la testa!! Mozart - Concerto per flauto e orchestra N.1 K.313 - II. Adagio ma non t...
mercoledì 28 maggio 2014
Fabrizio De André
"Quello che io penso sia utile è di avere il governo il più vicino possibile a me e lo stato, se proprio non se ne può fare a meno, il più lontano possibile dai coglioni."
Fabrizio De André
Fabrizio De André
Giordano Bruno
“È dunque l’universo uno, infinito, inmobile. Una, dico, è la possibilità assoluta, uno l’atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo ed ottimo; il quale non deve posser essere compreso; e però infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato, e per conseguenza inmobile”.
Giordano Bruno
Giordano Bruno
martedì 27 maggio 2014
Pedro Salinas - Il tuo modo d'amare
Il modo tuo di amare è
lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono i fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi.;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.
Pedro Salinas
(Traduzione di Emma Scoles)
da “La voce a te dovuta”, Einaudi, 1979
lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono i fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi.;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.
Pedro Salinas
(Traduzione di Emma Scoles)
da “La voce a te dovuta”, Einaudi, 1979
Nadine Gordimer
“È vero che siamo bombardati
dalle informazioni e le informazioni non sono la conoscenza sono una collezione
superficiale di fatti e dobbiamo guardare alla letteratura, agli scrittori per
avere un'interpretazione dei fatti, per capire ciò che ha preceduto e seguito i
fatti. Certo, ci sono dei commentatori che analizzano gli eventi, ma come ci
influenzano questi eventi? Questo viene dagli scrittori. Per esempio, pensiamo
ad una manifestazione che poi degenera in violenza. Che cosa ha portato Tizio o
Caio ad unirsi alla manifestazione? Che cosa è successo a casa sua quel giorno?
Ci sono delle circostanze dietro i motivi della manifestazione, magari c'è una
madre che ha detto, 'fai attenzione, ti metti nei guai'. Poi succede qualcosa,
magari si spara, ci sono dei morti e dei feriti. E che cosa succede dopo? Come
si affrontano le conseguenze? Qui interviene lo scrittore, solo uno scrittore
crea le persone, prende in mano la cosa, si avvale della Storia grande e foggia
qualcosa che fa diventare una storia una serie di eventi…”
Nadine Gordimer (intervista)
lunedì 26 maggio 2014
"... mariuolo sì, ma profondo..." Manzoni
"... mariuolo sì, ma profondo..."
«Due però (scrive il Manzoni) erano i libri che Don Ferrante anteponeva a tutti e di gran lunga in questa materia; due che, fino a un certo tempo, fu solito chiamare i primi, senza mai potersi risolvere a qual de’ due convenisse unicamente quel grado: l’uno, il Principe e i Discorsi del celebre Segretario fiorentino; mariuolo sì, diceva don Ferrante, ma profondo: l’altro la Ragion di Stato del non men celebre Giovanni Botero; galantuomo sì, diceva pure, ma acuto.»
Il Manzoni dovea pensare ne’ suoi studii storici un po’ come il suo Don Ferrante: «Ma cos’è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la...
«Due però (scrive il Manzoni) erano i libri che Don Ferrante anteponeva a tutti e di gran lunga in questa materia; due che, fino a un certo tempo, fu solito chiamare i primi, senza mai potersi risolvere a qual de’ due convenisse unicamente quel grado: l’uno, il Principe e i Discorsi del celebre Segretario fiorentino; mariuolo sì, diceva don Ferrante, ma profondo: l’altro la Ragion di Stato del non men celebre Giovanni Botero; galantuomo sì, diceva pure, ma acuto.»
Il Manzoni dovea pensare ne’ suoi studii storici un po’ come il suo Don Ferrante: «Ma cos’è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la...
Dolce è 'l pensier che mi nutrica il core (Lapo Gianni - Rime)
(Dolce è 'l pensier che mi nutrica il core)
Lapo Gianni - Rime
Ballate - Dolce è ’l pensier che mi nutrica il core
Dolce è ’l pensier che mi notrica il core
d’una giovane donna ch’e’ desia,
per cui si fè gentil l’anima mia,
poiché sposata la congiunse Amore.
I’ non posso leggeramente trare
il novo esempio ched ella somiglia:
quest’angela che par di ciel venuta
d’amor sorella mi sembr’al parlare
ed ogni su’ atterello è meraviglia:
beata l’alma che questa saluta!
In colei si può dir che sia piovuta
allegrezza, speranza e gioi’ compita
ed ogni rama di virtù fiorita,
la qual procede dal su’ gran valore.
Il nobile intelletto ched’i’ porto
per questa giovin donna ch’è apparita
mi fa spregiar viltate e villannia.
Il dolce ragionar mi dà conforto
ch’ i’ fè con lei de l’amorosa vita,
essendo già in sua nuova signoria.
Ella mi fè tanto di cortesia
che non sdegnò mio soave parlare,
ond’io voglio Amor dolce ringraziare
che mi fè degno di cotanto onore.
Com’i’ son scritto nel libro d’amore
conterai, Ballatetta, in cortesia,
quando tu vederai la donna mia,
poi che di lei fui fatto servitore.
Lapo Gianni - Rime
Ballate - Dolce è ’l pensier che mi nutrica il core
Dolce è ’l pensier che mi notrica il core
d’una giovane donna ch’e’ desia,
per cui si fè gentil l’anima mia,
poiché sposata la congiunse Amore.
I’ non posso leggeramente trare
il novo esempio ched ella somiglia:
quest’angela che par di ciel venuta
d’amor sorella mi sembr’al parlare
ed ogni su’ atterello è meraviglia:
beata l’alma che questa saluta!
In colei si può dir che sia piovuta
allegrezza, speranza e gioi’ compita
ed ogni rama di virtù fiorita,
la qual procede dal su’ gran valore.
Il nobile intelletto ched’i’ porto
per questa giovin donna ch’è apparita
mi fa spregiar viltate e villannia.
Il dolce ragionar mi dà conforto
ch’ i’ fè con lei de l’amorosa vita,
essendo già in sua nuova signoria.
Ella mi fè tanto di cortesia
che non sdegnò mio soave parlare,
ond’io voglio Amor dolce ringraziare
che mi fè degno di cotanto onore.
Com’i’ son scritto nel libro d’amore
conterai, Ballatetta, in cortesia,
quando tu vederai la donna mia,
poi che di lei fui fatto servitore.
sabato 24 maggio 2014
Papa Paolo VI
"Invero la libertà umana spesso si indebolisce qualora l'uomo cada in estrema indigenza, come si degrada cedendo alle troppe facilità della vita, si chiude in una specie di aurea solitudine. Al contrario, acquista forza, quando l'uomo accetta le inevitabili difficoltà della vita sociale, assume le molteplici esigenze della umana convivenza e si impegna al servizio della comunità umana."
Papa Paolo VI
Papa Paolo VI
venerdì 23 maggio 2014
Gente di Dublino - incipit - Joyce
Gente di Dublino
Incipit
Le sorelle
Non c'era speranza per lui questa volta: era il terzo infarto. Sera dopo sera ero passato davanti alla casa (era vacanza) studiando il quadrato illuminato della finestra: e sera dopo sera l'avevo trovato illuminato nello stesso modo, di luce lieve e uniforme. Se era morto, pensavo, avrei visto il riflesso delle candele sulla tendina rossa, poiché sapevo che si dovevano mettere due candele al capezzale di un morto. Mi aveva detto: «Non sarà a lungo di questo mondo» e le sue parole mi erano sembrate oziose. Ora sapevo che erano vere. Ogni sera mentre fissavo la finestra in alto ripetevo piano la parola paralisi. Aveva sempre suonato strana alle mie orecchie, come la parola gnomone nella geometria e la parola simonia nel catechismo. Ma ora aveva per me un suono simile al nome di qualche essere malefico e colpevole. Mi riempiva di paura, eppure desideravo ardentemente esserle più vicino e contemplarne l'opera di morte...
James Joyce
Incipit
Le sorelle
Non c'era speranza per lui questa volta: era il terzo infarto. Sera dopo sera ero passato davanti alla casa (era vacanza) studiando il quadrato illuminato della finestra: e sera dopo sera l'avevo trovato illuminato nello stesso modo, di luce lieve e uniforme. Se era morto, pensavo, avrei visto il riflesso delle candele sulla tendina rossa, poiché sapevo che si dovevano mettere due candele al capezzale di un morto. Mi aveva detto: «Non sarà a lungo di questo mondo» e le sue parole mi erano sembrate oziose. Ora sapevo che erano vere. Ogni sera mentre fissavo la finestra in alto ripetevo piano la parola paralisi. Aveva sempre suonato strana alle mie orecchie, come la parola gnomone nella geometria e la parola simonia nel catechismo. Ma ora aveva per me un suono simile al nome di qualche essere malefico e colpevole. Mi riempiva di paura, eppure desideravo ardentemente esserle più vicino e contemplarne l'opera di morte...
James Joyce
Michael Crichton 1942/2008
Michael Crichton
nato nel '42, morto nel 2008.
"... Si può dire quindi che tutte le sue storie sono delle ucronìe, ovvero scenari alternativi alle tesi di partenza, quella verificatasi nella realtà. In pratica rispondono alla domanda: cosa accadrebbe se una delle ipotesi originarie fosse sbagliata o non andasse per il verso giusto.
Alcune opere di Crichton utilizzano la tecnica del "falso", ovvero includono nel testo documenti scritti nell'esatto stile dell'epoca del racconto che creano incisivi effetti di verosimiglianza tali da ingenerare nel lettore dubbi sulla loro storicità o imprimere significative evoluzioni alla trama...
(da Wikipedia)
nato nel '42, morto nel 2008.
"... Si può dire quindi che tutte le sue storie sono delle ucronìe, ovvero scenari alternativi alle tesi di partenza, quella verificatasi nella realtà. In pratica rispondono alla domanda: cosa accadrebbe se una delle ipotesi originarie fosse sbagliata o non andasse per il verso giusto.
Alcune opere di Crichton utilizzano la tecnica del "falso", ovvero includono nel testo documenti scritti nell'esatto stile dell'epoca del racconto che creano incisivi effetti di verosimiglianza tali da ingenerare nel lettore dubbi sulla loro storicità o imprimere significative evoluzioni alla trama...
(da Wikipedia)
Michael Crichton - STATO di PAURA
Tempo fa ho letto “STATO di PAURA” di Michael Crichton…
Kaspar: MICHAEL CRICHTON?!!
Sergio: Sì. Embè?!
K: … niente… così… E.R, Jurassic Park…
S: Sì, quello… ascolta, Kasparino. Crichton parla dei
cambiamenti del clima è, se ho capito bene, non prende una posizione netta né verso
la responsabilità degli uomini che inquinano né verso la naturale evoluzione
atmosferica… è come se nel libro fossero contemplate entrambe le cause…
K: Crichton non è difficile da capire…
S: Va bene. Ma non è questo che volevo dirti, in appendice
riporta un paragrafo dal titolo “Perché la scienza politicizzata è pericolosa” che
mi ha colpito, moltissimo. In una prossima nota lo riporterò integralmente,
devo prima caricarlo in word…
K: Perché guardi me? Non te lo trascriverò mai… Non ce l’hai
uno scanner, una macchina fotografica digitale…? Che te lo dico a fare… Vai
ancora in giro con un telefonino Nokia del ’99…
Sergio: Crichton… È morto di recente… controllo su Wikipedia…
giovedì 22 maggio 2014
dove nasce quell'8 e mezzo per cento...? Elezioni 1992, Armando Cossutta: il popolo comunista ci ha dato un grand...
Elezioni 1992, Armando Cossutta: il popolo comunista ci ha dato un grand...
se la maggioranza sarà risicata, ciascuno sarà determinante... Elezioni 1992, Antonio Patuelli, vicesegretario del PLI, Partito Liberal...
Elezioni 1992, Antonio Patuelli, vicesegretario del PLI, Partito Liberal...
mercoledì 21 maggio 2014
La lettera scarlatta
Incipit - La lettera scarlatta
Una folla d'uomini barbuti, dagli abiti scuri e dai grigi cappelloni a punta, e di donne in cappuccio o a testa nuda, stava raccolta davanti a un edificio di legno, la cui porta di quercia massiccia era guarnita con bulloni di ferro.
I fondatori d'una colonia, qualunque Utopia di virtù e felicità umana possano aver divisato in origine, hanno sempre riconosciuto tra le prime necessità pratiche quella di destinare una parte del suolo vergine a cimitero, ed un'altra a prigione. Secondo tal norma, possiamo ritenere con fondamento che i progenitori di Boston avessero costruito a tempo opportuno la prima prigione nelle vicinanze di Cornhill, press'a poco quando tracciarono il primo luogo di sepoltura sul terreno di Isaac Johnson e intorno alla sua fossa, che in seguito divenne il centro di tutti gli avelli raccolti nel vecchio camposanto di King's Chapel.
[Nathaniel Hawthorne, La lettera scarlatta, traduzione di Marcella Bonsanti, Sansoni editore, 1965]
Una folla d'uomini barbuti, dagli abiti scuri e dai grigi cappelloni a punta, e di donne in cappuccio o a testa nuda, stava raccolta davanti a un edificio di legno, la cui porta di quercia massiccia era guarnita con bulloni di ferro.
I fondatori d'una colonia, qualunque Utopia di virtù e felicità umana possano aver divisato in origine, hanno sempre riconosciuto tra le prime necessità pratiche quella di destinare una parte del suolo vergine a cimitero, ed un'altra a prigione. Secondo tal norma, possiamo ritenere con fondamento che i progenitori di Boston avessero costruito a tempo opportuno la prima prigione nelle vicinanze di Cornhill, press'a poco quando tracciarono il primo luogo di sepoltura sul terreno di Isaac Johnson e intorno alla sua fossa, che in seguito divenne il centro di tutti gli avelli raccolti nel vecchio camposanto di King's Chapel.
[Nathaniel Hawthorne, La lettera scarlatta, traduzione di Marcella Bonsanti, Sansoni editore, 1965]
Vuoto Assoluto. Balotelli. Kennedy.
"Mentre il presidente Figc tranquillizza sulla firma di Prandelli, frasi razziste a Coverciano indirizzate al milanista. Mario innervosito, però ha mantenuto la calma mentre un gruppo di bambini si scatenava tifando per lui..."
Gazzetta dello Sport, oggi.
Gazzetta dello Sport, oggi.
Un partecipante a un dibattito ha dichiarato che sono poche
le chiese che permettono agli africani di pregare insieme ai bianchi perché è
così che deve essere, dato che Dio ha creato i negri per servire. “Ma
supponiamo che Dio sia nero. Che succede se arriviamo in Paradiso e per tutta
la vita abbiamo trattato i negri come una razza inferiore e poi lo guardiamo e
Lui non è bianco? Cosa diremo allora?”
Robert F. Kennedy su “Look Magazine”, 1965.
martedì 20 maggio 2014
Confondimi con qualcosa che hai in casa – Daniela Andreis
«Confondimi con qualcosa che hai in casa» – Daniela Andreis
Confondimi con qualcosa che hai in casa:
una tazza, un mestolo forato, o con l’incarto del pane
che io possa avere una grazia comune,
essere presa in mano o piegata e riposta,
esser gesto quotidiano, ricordo di giochi, di prove di fuochi,
di crosta nel latte,
un odore di soglia che avverti già sulle scale
o la presa alla cieca, la sicurezza persino banale
di trovarmi nello stesso posto, in uno stipetto;
esserti persino cara
in qualche momento, quando tutto ti è estraneo
e persino l’albero cambia forma
la chioma notturna diventa cava, grotta, e di fosforo diventano gli
occhi, in fretta, in fretta;
fammi sillaba piena, sensata,
trattami col senso che dà
una riposante maneggevole realtà:
son fatta di un solo mistero,
le spalle controvento,
le impronte cardiache,
segnaletiche, in fila indiana,
là dove smarrisci la tua parola
meridiana.
Daniela Andreis
da “La casa orfana”, LietoColle, 2013
Dicono che prende 300 Euro. 80 anni. Ci penso su...
“Prostituta a 80 anni, la pensione non mi basta”
di Redazione - 14/11/2011 - Un’anziana signora è costretta a vendere il proprio corpo per non vivere nell’indigenza Hilda è una bella signora anziana di 80 anni che vive a Colonia. Un tempo star delle telenovele argentine, ha perso tutto il suo patrimonio a causa
Un’anziana signora è costretta a vendere il proprio corpo per non vivere nell’indigenza
Hilda è una bella signora anziana di 80 anni che vive a Colonia. Un tempo star delle telenovele argentine, ha perso tutto il suo patrimonio a causa di una truffa di un parente e vive con poco più di 200 euro di pensione al mese. Per sopravvivere ha deciso di vendere il suo corpo.
PROSTITUTA A 80 ANNI – HILDA ha recentemente partecipato ad una trasmissione televisiva come cantante. Sperava di potersi rifare una carriera, dopo gli stenti degli ultimi anni. La signora Hilda vive con 225 euro di pensione ogni mese, una cifra che le basta solo una misera sopravvivenza. Per questo due anni fa ha deciso di lavorare in un club del sesso. I bordelli sono legali in Germania, e la richiesta per meretrici anziane ha portato all’assunzione di Hilda. “I miei clienti erano per lo più uomini di mezza età. Preferiscono andare con donne esperte, il primo è stato un cacciatore di 43 anni. I clienti della mia età non vanno più ai bordelli, ormai. Tutti si sono comportati in maniera molto discreta”. Un’ora di sesso con Hilda costava 140 euro. 80 alla signora, il resto andava invece ai gestori del bordello e in tasse. Dopo due anni di prostituzione fissa la ex cantante argentina ha preferito smettere. “Ero troppo stanca, il mio fisico non poteva più permettersi un simile ritmo”.
LA PENSIONE NON BASTA – Dopo la prostituzione Hilda ha provato a lavorare come sexy telefonista, ma i suoi disturbi all’udito non le permettevano di stare troppo tempo al telefono. “Facevo fatica a trovare anche le giuste parole, gli uomini vanno divertiti”. In questo momento la pensionata riceve ancora qualche cliente a casa, per 80 euro. “Abbiamo rapporti sporadici, però mi aiuta ad integrare la mia pensione”. Hilda riceve 225 euro al mese, con i quali deve pagare parte dell’affitto – soli 60 euro – internet, le spese per i gatti . Per mangiare le bastano solo 30 euro al mese. “Se non ci fosse mia figlia non so come potrei fare. Grazie a lei posso spendere pochi soldi d’affitto. Mi manca tantissimo andare a teatro o al cinema. Sarebbe così bello, purtroppo non me lo posso permettere.” In passato la signora era una celebrità nella sua terra natale, l’Argentina. Cantava nelle case delle persone ricche e partecipava alle telenovele. “Avevo tre abitazioni , e molto denaro. Quando sono arrivata in Germania nel 1980 ho affidato le mie proprietà ad un parente, che ha venduto tutto ed è scomparso. L’azienda nella quale avevo un po’ di azioni non è andata bene, e così ho diritto solo a questa povera pensione di 225 euro al mese”.
PROSTITUTA A 80 ANNI – HILDA ha recentemente partecipato ad una trasmissione televisiva come cantante. Sperava di potersi rifare una carriera, dopo gli stenti degli ultimi anni. La signora Hilda vive con 225 euro di pensione ogni mese, una cifra che le basta solo una misera sopravvivenza. Per questo due anni fa ha deciso di lavorare in un club del sesso. I bordelli sono legali in Germania, e la richiesta per meretrici anziane ha portato all’assunzione di Hilda. “I miei clienti erano per lo più uomini di mezza età. Preferiscono andare con donne esperte, il primo è stato un cacciatore di 43 anni. I clienti della mia età non vanno più ai bordelli, ormai. Tutti si sono comportati in maniera molto discreta”. Un’ora di sesso con Hilda costava 140 euro. 80 alla signora, il resto andava invece ai gestori del bordello e in tasse. Dopo due anni di prostituzione fissa la ex cantante argentina ha preferito smettere. “Ero troppo stanca, il mio fisico non poteva più permettersi un simile ritmo”.
LA PENSIONE NON BASTA – Dopo la prostituzione Hilda ha provato a lavorare come sexy telefonista, ma i suoi disturbi all’udito non le permettevano di stare troppo tempo al telefono. “Facevo fatica a trovare anche le giuste parole, gli uomini vanno divertiti”. In questo momento la pensionata riceve ancora qualche cliente a casa, per 80 euro. “Abbiamo rapporti sporadici, però mi aiuta ad integrare la mia pensione”. Hilda riceve 225 euro al mese, con i quali deve pagare parte dell’affitto – soli 60 euro – internet, le spese per i gatti . Per mangiare le bastano solo 30 euro al mese. “Se non ci fosse mia figlia non so come potrei fare. Grazie a lei posso spendere pochi soldi d’affitto. Mi manca tantissimo andare a teatro o al cinema. Sarebbe così bello, purtroppo non me lo posso permettere.” In passato la signora era una celebrità nella sua terra natale, l’Argentina. Cantava nelle case delle persone ricche e partecipava alle telenovele. “Avevo tre abitazioni , e molto denaro. Quando sono arrivata in Germania nel 1980 ho affidato le mie proprietà ad un parente, che ha venduto tutto ed è scomparso. L’azienda nella quale avevo un po’ di azioni non è andata bene, e così ho diritto solo a questa povera pensione di 225 euro al mese”.
Aiace Telamònio
Aiace Telamònio
(greco Áias Telamṓnios), eroe greco, figlio di Telamone e re di Salamina . Il più valoroso fra i Greci a Troia, dopo Achille, è, nell'Iliade, protagonista di gesta grandiose: su di lui infatti ricade il peso maggiore dei combattimenti durante la lunga assenza di Achille. Già nell'Odissea e poi fra i tragici viene trattata la sua fine miseranda, che si ritrova nell'Aiace di Sofocle, l'unica opera rimasta sull'eroe. Considerato il più forte guerriero dopo Achille, gli toccherebbero le armi di questi, perito per mano di Paride, ma, contro il parere di tutto l'esercito greco, i capi le assegnano a Ulisse. Aiace Telamonio impazzisce dal dolore, e, accecato da Atena, fa strage fra il bestiame, credendo di uccidere i Greci. Rinsavito, si vergogna al punto di darsi volontariamente la morte. Secondo Filostrato, Ulisse sentì il dovere di riporre le armi, mal acquistate, sulla tomba dell'eroe; un'altra versione (accettata anche da Foscolo nei Sepolcri) narra che le armi furono strappate dalla furia del mare alla nave di Ulisse e deposte sulla tomba dell'eroe. L'argomento è ripreso dallo stesso Foscolo nella tragedia omonima. La patetica storia dell'eroe ispirò gli artisti greci, che ne raffigurarono l'ardore guerriero e la morte su vasi, in piccoli bronzi e gemme.
(sapere.it)
(greco Áias Telamṓnios), eroe greco, figlio di Telamone e re di Salamina . Il più valoroso fra i Greci a Troia, dopo Achille, è, nell'Iliade, protagonista di gesta grandiose: su di lui infatti ricade il peso maggiore dei combattimenti durante la lunga assenza di Achille. Già nell'Odissea e poi fra i tragici viene trattata la sua fine miseranda, che si ritrova nell'Aiace di Sofocle, l'unica opera rimasta sull'eroe. Considerato il più forte guerriero dopo Achille, gli toccherebbero le armi di questi, perito per mano di Paride, ma, contro il parere di tutto l'esercito greco, i capi le assegnano a Ulisse. Aiace Telamonio impazzisce dal dolore, e, accecato da Atena, fa strage fra il bestiame, credendo di uccidere i Greci. Rinsavito, si vergogna al punto di darsi volontariamente la morte. Secondo Filostrato, Ulisse sentì il dovere di riporre le armi, mal acquistate, sulla tomba dell'eroe; un'altra versione (accettata anche da Foscolo nei Sepolcri) narra che le armi furono strappate dalla furia del mare alla nave di Ulisse e deposte sulla tomba dell'eroe. L'argomento è ripreso dallo stesso Foscolo nella tragedia omonima. La patetica storia dell'eroe ispirò gli artisti greci, che ne raffigurarono l'ardore guerriero e la morte su vasi, in piccoli bronzi e gemme.
(sapere.it)
Il clan e il disadattato
Ognuno in Italia (e nel mondo) appartiene, o desidera
appartenere, a un clan, a un’associazione, a una corporazione, a un gruppo, a
una setta.
Se non ne fai parte sei fuori, nel lavoro, nella vita.
Far parte del branco è fondamentale, e più alta è la posta in
gioco - potere, soldi - più il gruppo è agguerrito.
Esiste il clan di chi fa politica, di chi è manager di
aziende pubbliche, di chi sa manovrare la finanza, di chi fa cinema, di chi
scrive libri, di chi ha in pugno il sapere e la cultura.
C’è il clan dei ferrotranvieri, degli infermieri, dei
logopedisti, dei notai, dei magistrati, degli avvocati, dei mecenati, degli
artisti squattrinati, delle donne sexy, delle donne intelligenti, delle mogli
devote, delle mogli fedifraghe, degli uomini palestrati, degli uomini co’ la
panza, di chi dice cose originali, di chi dice cose banali, di chi si ferma all’apparenza,
di chi apprezza il contenuto, di chi è sempre contro, di chi cerca di mediare,
di chi occupa un posto nel palazzo, di chi nel palazzo non può e non vuole
entrare.
Kaspar: Quindi?
Sergio: Quindi appartenere a un organismo è fondamentale, per
chiunque. Mette in pace con se stessi, rende sicuri e forti.
K: Quindi?
S: Quindi, se nella vita non riesci a entrare in uno straccio
di organizzazione, qualsiasi cosa tu faccia non avrai alcuna possibilità di
successo.
K: Pensi a te stesso?
S: Non solo. Penso a chi non è riuscito a trattenere i conati
di vomito e ha preferito non vedere, a chi ha abbracciato la propria solitudine
intellettuale pur di non cedere ai compromessi, a chi ha riso della banalità
della vita umana e ha deciso di non giocare una partita ridicola e inutile.
K: Tu, come vorresti che fosse il mondo?
S: È una domanda a cui è impossibile rispondere. Aristotele
sosteneva che “Viviamo nel migliore dei mondi possibili…” Io credo che ci
muoviamo in un mondo sopravvissuto alla paura (guerre, malattie, cataclismi) e
da questa condizionato, anzi formato.
E credo che l’uomo non sarà mai totalmente libero fino a
quando avrà paura dell’incomprensione, dell’indifferenza o del fastidio che le
sue parole possono sollevare.
K: Deve auto-censurarsi?
S: L’uomo è costretto a pensare e ad agire come pensano e
agiscono gruppi precostituiti, altrimenti è fuori o, se è molto forte, mette
insieme lui un gruppo che diventerà col tempo precostituito.
K: Così non se ne esce…
S: Se ne esce, invece. Sai con che cosa?
K: No.
S: Con i Valori. 1) L’onestà, in tutto quello che fai. 2) La
trasparenza, in quello che dici. 3) La sobrietà nei comportamenti (depurati
dalla superbia e dall’arroganza) 4) La semplicità intellettuale. 5) Una bontà
di fondo presidiata dall’intelligenza sufficiente a difenderla dagli imbecilli
e dai maligni. 6) La consapevolezza per gli uomini di essere solo un fenomeno
nell’evoluzione infinita della Materia e del Tempo.
K: Il tuo mi sembra un pistolotto senza senso.
S: Tu, Kasparino, a quale gruppo appartieni?
K: Non saprei…
S: Te lo dico io. Ai “Caca-cazzi Forever!”
K: Bello! Vero! E tu a quale appartieni? Ai disadattati-depressi
cronici?
S: Può darsi…
lunedì 19 maggio 2014
Federico García Lorca - Notturno
Notturno - Federico García Lorca
Ho tanta paura
delle foglie morte,
paura dei prati
gonfi di rugiada.
Vado a dormire;
se non mi sveglierai
lascerò al tuo fianco
il mio freddo cuore.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!
Ti cinsi collane
con gemme d'aurora.
Perché mi abbandoni
su questo cammino?
Se vai tanto lontana
il mio uccello piange
e la vigna verde
non darà vino.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!
Non saprai mai
o mia sfinge di neve,
quanto
t'avrei amata
quei mattini
quando a lungo piove
e sul ramo secco
si disfa il nido.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amore mio!
Federico García Lorca
Ho tanta paura
delle foglie morte,
paura dei prati
gonfi di rugiada.
Vado a dormire;
se non mi sveglierai
lascerò al tuo fianco
il mio freddo cuore.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!
Ti cinsi collane
con gemme d'aurora.
Perché mi abbandoni
su questo cammino?
Se vai tanto lontana
il mio uccello piange
e la vigna verde
non darà vino.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amor mio!
Non saprai mai
o mia sfinge di neve,
quanto
t'avrei amata
quei mattini
quando a lungo piove
e sul ramo secco
si disfa il nido.
Che cosa suona
così lontano?
Amore. Il vento sulle vetrate,
amore mio!
Federico García Lorca
Federico García Lorca
"Io sono uno Spagnolo
integrale e mi sarebbe impossibile vivere fuori dai miei limiti geografici;
però odio chi è Spagnolo per essere Spagnolo e nient'altro, io sono fratello di
tutti e trovo esecrando l'uomo che si sacrifica per una idea nazionalista, astratta,
per il solo fatto di amare la propria Patria con la benda sugli occhi. Il
Cinese buono lo sento più prossimo dello spagnolo malvagio. Canto la Spagna, la
sento fino al midollo, ma prima viene che sono uomo del Mondo e fratello di
tutti. Per questo non credo alla frontiera politica."
Federico García Lorca
Costantino Kavafis - Il meriggio
Il meriggio – Costantino Kavafis
In questo segno lieve
tracciato in fretta a bordo della nave
ritrovo, sì, i suoi tratti.
Noi circondati dal mare ionico,
nello stregato pomeriggio.
I suoi tratti. Ma bello
molto più di così mi appare
ora, nel rievocarlo.
Una morbosità nel sentimento
tale, la sua, da renderne
abbagliante lo sguardo.
Così riemerge
dentro di me – dal Tempo.
Dal Tempo… Eventi tanto
remoti… Quel ritratto,
la nave, il pomeriggio…
Costantino Kavafis
(Traduzione di Guido Ceronetti e Bruno La Pietra)
sabato 17 maggio 2014
La lingua perduta delle gru
"Ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama, la finestra diventa uno specchio; qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo."
David Leavitt
(da La lingua perduta delle gru)
David Leavitt
(da La lingua perduta delle gru)
Matilde Serao
Il ventre di Napoli
Incipit
"Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'altra parte; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?...
Matilde Serao
Incipit
"Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, perché voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie. Ma il governo doveva sapere l'altra parte; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti, dei questori, degli ispettori di polizia, dei delegati; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri; il governo che sa tutto: quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno, in un paese; quante femmine disgraziate, diciamo così, vi esistano, e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore, quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada, la notte; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno; quanto renda il dazio consumo, quanto la fondiaria, per quanto s'impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto. Quest'altra parte, questo ventre di Napoli, se non lo conosce il Governo, chi lo deve conoscere? E se non servono a dirvi tutto, a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto? E, se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede, perché siete ministro?...
Matilde Serao
venerdì 16 maggio 2014
ALLEGRIA - Nicola Zingarelli
Dal vocabolario della lingua italiana a cura di Nicola
Zingarelli
ALLEGRIA s.f. 1 Viva
manifestazione di gioia, di buonumore │ vivere
in a., con spensieratezza, tra i divertimenti e i piaceri │A.!, esclamazione di gioia, di buon
augurio. SIN. Contentezza, gaiezza. 2 (est.) Vivacità di suoni, colori e
sim.
TRISTEZZA - Nicola Zingarelli
Dal vocabolario della lingua italiana a cura di Nicola
Zingarelli
TRISTEZZA
₍lat. Tristīzia (m), da tristis, triste₎ s. f. 1 Stato d’animo di chi è triste: il suo viso esprimeva una profonda t.;
sorriso velato di t.; tacito orror di solitaria selva/ di sì dolce t. il cor mi
bea (Alfieri) sin. Dolore,
infelicità. Contr. Allegria. 2 Condizione, caratteristica di ciò che
è triste: la t. di una casa. 3 Ciò che rende tristi, situazione,
avvenimento e sim., amaro, doloroso: ognuno
ha la sua t.; diman t. e noia / recheran l’ore (Leopardi) 4†Malizia, furberia, tristizia.
Maledetti zombies - un piano contro l'invasione
ZOMBIES, IL PENTAGONO PREPARA UN PIANO CONTRO L’INVASIONE
Il Pentagono ha pronto un piano per fermare un’invasione
degli zombies; si chiama “Come fermare l’Apocalisse”, ed elenca le strategie
militari messe a punto dagli esperti per fronteggiare un’invasione di morti
viventi. Non è fiction tivù, ma un protocollo del Dipartimento della Difesa
statunitense, CO-NOP 8888 – Counter-Zombie Dominance, di istruzioni per
fronteggiare la minaccia e aiutare altri popoli, comprei russi e cinesi. Il
documento censisce anche varie tipologie di zombies: pathogenic, radiation,
evil magic, space, vegetarian, chicken zombies e così via. La portavoce del
Comando strategico, Pamela Kunze, ha classificato come “segretissimo” il
dossier che riguarda l’operazione…
(Da LEGGO, quotidiano a diffusione gratuita, 15 maggio 2014)
mercoledì 14 maggio 2014
San Francesco - il calendario di Frate Indovino
Il calendario di Frate Indovino
Piangendo Francesco disse un giorno a Gesù:
"Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle,
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle...
O Signore, mi devi perdonare
perché te solo io vorrei amare."
Sorridendo il Signore gli rispose così:
"Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle,
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle...
O Francesco, non devi piangere più,
perché io amo ciò che ami tu.
(Anonimo, dal calendario di Frate Indovino del 2001)
Piangendo Francesco disse un giorno a Gesù:
"Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle,
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle...
O Signore, mi devi perdonare
perché te solo io vorrei amare."
Sorridendo il Signore gli rispose così:
"Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle,
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle...
O Francesco, non devi piangere più,
perché io amo ciò che ami tu.
(Anonimo, dal calendario di Frate Indovino del 2001)
Il gatto - Simenon
Kaspar: Ma Simenon non scrive gialli, Maigret etc...
Sergio: Sì. Questo libro è "diverso", tratta l'amore, una particolare forma d'amore. Te lo consiglio.
Kaspar: Ce l'hai negli scaffali?
S: Sì. Dopo, rimettilo a posto.
Sergio: Sì. Questo libro è "diverso", tratta l'amore, una particolare forma d'amore. Te lo consiglio.
Kaspar: Ce l'hai negli scaffali?
S: Sì. Dopo, rimettilo a posto.
Quei 20 euro sono di Kaspar
L'altro giorno a Piazza Colonna t'ho dato 20 Euro per le sigarette e il giornale... M'hai detto che l'edicola era in ristrutturazione e m'hai offerto una sigaretta delle tue...
Kaspar: Li ho persi.
Kaspar: Li ho persi.
martedì 13 maggio 2014
Batman - Il ritorno
"Adoro un uomo grande e grosso che non ha paura di misurarsi con chi è la metà di lui!" (Catwoman)
Batman - Il ritorno, 1992
Batman - Il ritorno, 1992
Non sarà il Circolo Pickwick ma...
Il club delle lettrici in toplesss. E’ l’Outdoor Co-ed Topless Pulp Fiction Appreciation Society, dedicato a tutti coloro che amano i buoni libri e le giornate di sole e hanno piacere di coniugare le due cose fino al punto in cui la legge lo permette.
Già, perché questo club è nato proprio ispirandosi ad una legge dello Stato di New York che prevede che le donne possano andare in giro a torso nudo (e quindi a seno scoperto) in tutti i luoghi in cui lo stesso abbigliamento è consentito agli uomini. E quando arriva il caldo anche le donne, o almeno alcune,preferiscono togliersi maglietta e reggiseno e risparmiarsi una sudata.
Così adesso che è arrivata la bella stagione nei parchi di New York, Central Park su tutti, può capitare di incontrare giovani donne con indosso solo una gonna o dei pantaloni, che leggono e magari accompagnano il tutto con un picnic all’aria aperta.
Ovviamente il club delle lettrici in toplesss ha un proprio blog e una propria pagina Facebook, con tanto di gallery di immagini che spiegano, nel caso ce ne fosse bisogno, in che cosa consiste la loro pratica.
Goethe. Viaggio in Italia. Verona.
"La più bella porta della città, che però è sempre chiusa, si chiama Porta Stuppa, o del Palio. Come porta, e data la grande distanza da cui la si scorge, non è ben concepita, poiché solo da vicino se ne possono distinguere i pregi.
Del perché sia chiusa si danno spiegazioni svariatissime. Per conto mio suppongo che nelle intenzioni dell'artista dovesse servire a dare al Corso una nuova prospettiva; infatti sulla strada attuale risulta del tutto fuori posto. Sul lato sinistro c'è una fila di baracche, e sulla linea perpendicolare al centro un convento di monache, che sarebbe stato necessario demolire..."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia. Mondadori, Meridiani, traduzione di Emilio Castellani.
(Goethe è in Italia tra il 1786 e il 1788. Pubblicherà la prima parte del "Viaggio" solo nel 1816.)
Del perché sia chiusa si danno spiegazioni svariatissime. Per conto mio suppongo che nelle intenzioni dell'artista dovesse servire a dare al Corso una nuova prospettiva; infatti sulla strada attuale risulta del tutto fuori posto. Sul lato sinistro c'è una fila di baracche, e sulla linea perpendicolare al centro un convento di monache, che sarebbe stato necessario demolire..."
J. W. Goethe, Viaggio in Italia. Mondadori, Meridiani, traduzione di Emilio Castellani.
(Goethe è in Italia tra il 1786 e il 1788. Pubblicherà la prima parte del "Viaggio" solo nel 1816.)
lunedì 12 maggio 2014
Uomo? Dio? Materia? Spirito?
Tra 30-50 anni la vita non sarà più come la conosciamo. Si realizzerà un cambiamento paragonabile all'evoluzione del primate in homo sapiens (per chi non crede) o a quello determinato dal soffio di Dio sull'uomo di fango (per chi crede). Da LEGGO, quotidiano a diffusione gratuita:
"La vita artificiale ora è a un passo. Non si tratta di un'esagerazione scientifica quanto di un risultato importantissimo, al quale la rivista 'Nature' dedica la copertina. Gli scienziati dello Scripps Research hanno 'creato' in laboratorio un batterio con un DNA espanso artificialmente. Si tratta del primo organismo vivente con un codice genetico 'potenziato: alle quattro lettere che costituiscono l'alfabeto della vita (A-T e C-G) ne sono state aggiunte due che non esistono in natura. X e Y.
Floyd Romesberg spiega che 'ci avviciniamo a una biologia a DNA espanso che porterà alla creazione di nuovi farmaci e a nuovi tipi di nanotecnologie.'
"Il prossimo passo sarà quello d'inserire le nuove lettere in regioni importanti del genoma umano, in modo da verificare l'uso attivo da parte delle cellule, il loro funzionamento e gli effetti che ne derivano. 'Il primo organismo semi-scientifico, capace di replicarsi e mantenere il suo DNA 'truccato' sarà un tipo di vita totalmente nuovo - aggiunge il genetista Edoardo Boncinelli dell'Università Vita e Salute di Milano - che finora non c'era; è la dimostrazione che la vita può essere diversa da come la conosciamo.' "
"La vita artificiale ora è a un passo. Non si tratta di un'esagerazione scientifica quanto di un risultato importantissimo, al quale la rivista 'Nature' dedica la copertina. Gli scienziati dello Scripps Research hanno 'creato' in laboratorio un batterio con un DNA espanso artificialmente. Si tratta del primo organismo vivente con un codice genetico 'potenziato: alle quattro lettere che costituiscono l'alfabeto della vita (A-T e C-G) ne sono state aggiunte due che non esistono in natura. X e Y.
Floyd Romesberg spiega che 'ci avviciniamo a una biologia a DNA espanso che porterà alla creazione di nuovi farmaci e a nuovi tipi di nanotecnologie.'
"Il prossimo passo sarà quello d'inserire le nuove lettere in regioni importanti del genoma umano, in modo da verificare l'uso attivo da parte delle cellule, il loro funzionamento e gli effetti che ne derivano. 'Il primo organismo semi-scientifico, capace di replicarsi e mantenere il suo DNA 'truccato' sarà un tipo di vita totalmente nuovo - aggiunge il genetista Edoardo Boncinelli dell'Università Vita e Salute di Milano - che finora non c'era; è la dimostrazione che la vita può essere diversa da come la conosciamo.' "
domenica 11 maggio 2014
la certezza
"La certezza crea un ordine verticale della mente la quale diventa incline a subordinare tutte le proprie concezioni a quel supremo principio, in altre parole a gerarchizzare senza pietà i pensieri."
Gian Paolo Prandstraller
Gian Paolo Prandstraller
B. Russell
"Ciò che gli uomini vogliono realmente non è la conoscenza, ma la certezza."
Bertrand Russell
Bertrand Russell
sabato 10 maggio 2014
Sartre
"Io non so approfittare dell'occasione: vado a caso, vuoto e calmo, sotto un cielo inutilizzato."
Sartre- La nausea
Sartre- La nausea
venerdì 9 maggio 2014
Charles Baudelaire
"Che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, per un attimo, l'infinito della Gioia?"
Charles Baudelaire
Charles Baudelaire
Mi sono innamorato del ministro Maria Elena Boschi
Mi sono
innamorato di Maria Elena Boschi.
Kaspar: Mo’
so’ cazzi tua co’ tua moglie.
Sergio:
Quando la vedo in t v mi viene voglia di baciare lo schermo, di stringerla tra
le mie mani…
K: Attento
che ti fai male, hai ancora un ingombrante Sony dell’88.
S: … Di
sussurrarle parole mai dette, mai scritte…
K: Mandale
una mail.
S: … di perdermi
nei suoi occhi, di partecipare alla sua felicità…
K: Le
potresti essere nonno.
S: … Di
trasformarmi nel suo angelo custode e proteggerla da ogni male…
K: Le
ascelle, a essere sincero, ti puzzano un po’…
S: La notte,
di coprirla delicatamente con una coltre di chantilly e di accarezzarle i
capelli per un tempo infinito…
K: Dopo aver
fatto l’amore, vero?
S: … Di tenerla
sempre con me; insieme sul mio motorino…
K: E’ fermo
da un anno e mezzo. Assicurazione. Mancanza.
S: … Per le
strade di Roma, come Nanni Moretti tra i palazzi del centro e nelle periferie
suggestive…
K: A
proposito, i dieci euro che t’ho prestato per la benzina? E poi… Una cosa devo
proprio dirtela: ma perché ‘sta manfrina nun la facevi con le ministre di
Berlusconi? Ammazza quant’erano ‘bone!
S: ‘Bone,
sì, ma non avevano questo nonsoché, la magia, l’assoluto. Ma la senti come
parla? Affascina! Strega!
K: Perché co’
la Carfagna e la Prestigiacomo nun te se incriccava er cervello?
S: Belle
donne, ma non provavo nulla o quasi. La Boschi è l’elisir della vita eterna, la
cioccolata calda cosparsa sull’agrezza del vivere, il tiramisù di mia zia…
K: E BASTA!!
STAI FACENDO UN CASINO! Ci sono milioni
di donne come lei!
S: Non come
lei…
K: Simili.
Uguali.
S: Ti
sbagli.
K: La tua è
solo attrazione fisica. Perché non dici la stessa cosa di
Rosy Bindi?
S: Rosy
Bindi? Che c’entra Rosy Bindi?
K: C’entra,
c’entra… ma guarda questo… solo perché Boschi ha un sedere da…
S: Stavi
dicendo “da paura”?
K: Sei
noioso. E prevedibile. Non c’è niente d’eccezionale nella ministra. Forse, ha
solo trovato la strada giusta. Quella che molte ragazze carine non trovano…
S: Non
capisci un cazzo, Kaspar.
K: Come te,
del resto.
S: Io la
amo!
K: Vai a
preparare la cena, va’, che se torna tua moglie ti trova in estasi e poi come
te la cavi…?
S: Mia
moglie… mia moglie… Secondo te s’arrabbierebbe se le parlassi di Maria Elena
Boschi?
K: NOOO! Ti
darebbe un bacio e… un calcio nel culo, definitivo!
S: La amo,
la amo, la amo.
K: Aspetta
un po’… La pasticchetta dello stabilizzatore umorale e quella del Prozac, le
hai prese?
S: Non
ancora…
K: Ecco
Perché. Vado a prenderti un bicchier d’acqua…
mercoledì 7 maggio 2014
Jiří Orten
Settima elegia – Jiří Orten
Vi scrivo Kàrina, e non so se siete viva,
se già non siete dove non c’è desiderio,
se intanto non è finita la vostra precaria età.
Siete morta? Chiedete dunque alla vostra pietra
di farsi lieve. Chiedete alle rose, signora,
di richiudersi in boccio. Chiedete al disintegrarsi
di leggervi la lettera del mio disgregamento.
La morte tace al cospetto dei versi, nei quali vengo a voi,
giovane così crudelmente e appena sul maturare,
che nella mia giovinezza a un re mi fa somigliare
d’un perduto reame. Ma voi lo sapevate
quanto a noi di ali manca per volare come angeli,
come ridiamo col sangue come col sangue piangiamo.
La mia caduta ho trovato. E voglio dirvi su cosa.
Sul cielo una volta (questo io scrivo di Dio)
la trasparenza si ferì di un rosso
e sanguinava, si dileguò, tramontava.
Forse era solo un sogno, nel quale sognavo
madre e padre, la casa, entrambi i miei fratelli,
forse era solo un sogno, nel quale un uomo scorga
se stesso sotto i cerchi d’acqua d’uno stagno,
forse era un sogno, specchio della luna,
ma non doveva apparirmi, se poi non mi fossi svegliato,
non doveva lasciarmi nel fuoco che abbrividiva!
La caduta di Dio! E poi resta solo il ragazzo
senza la forza beata che sa abbassare
l’altezza degli ostacoli, ridurre la lontananza,
e l’inferno sbarrare con le viole, con la fragranza.
Poi resta solo il ragazzo e si sveglia e va
a una realtà di mali. Pensa di non trovare.
Il tempo non guarisce, se non vuole. Il tempo è un ciarlatano.
Su una donna, una volta, in ogni sua parte amorosa,
la caduta parve un non-cadere: ciò scrivo di Narcisa.
Tutto era lieve. E inesprimibilmente vicina
a noi parlò la gioia. Era un accento
che mai si potrà dissolvere in un vento,
era una lingua, la cara lingua materna
di labbra, mani, occhi, corpi e del grembo amato,
da cui sopra un letto si china la splendida sicurezza,
era una lingua che parla senza lingua.
Che voleva Narcisa, quando davanti ai suoi specchi
stava e si raggelava da lei ogni cosa toccata?
Come Narciso, sua ombra, lei nient’altro voleva
che vedere se stessa senz’anima, senza corpo,
nel trasparente specchio, cercava solo parole
di beltà di durezza, più dure del diamante,
bramava di se stessa sapere in sogni estranei.
Non fu come sorgente, ma da sorgente annegata!
Ah, dove scaturisce ciò che qua ci fa scorrere?
Di chi le notti insonni su me si sono tanto
posate e dilatate che più non c’è spazio?
La mia caduta ho trovato. Su che cosa? Sul pianto!
Cadevano mie lacrime. Cadevano nelle paludi,
cadevano per un regno di miserie e di dolori,
cadevano senza pudore, Kàrina, scrivo a voi,
domandate alla pietra, che lavo con la pioggia,
mi sento come pioggia, che piove sul vostro sepolcro,
mi sento come un pianto, senza tempo né forma,
vi scrivo, Kàrina, e non so se siete viva,
se già non siete dove non c’è desiderio,
se intanto non è finita la vostra precaria età.
Conosco una bambina. È come un bacio che ancora
si cela nella bocca, non deve passare più oltre,
si distende soltanto a un sole che è tenue,
che non brucia, che disseta: su un seno ci fa addormentare.
È giovane come la terra, lieve come il respiro,
come le prime foglie, come il mattino e la gioia.
Anch’io conosco bei giorni. Ma dove ci porteranno?
Voi l’avete provato? E lo sapete, Kàrina?
So anche la grandezza di donne: aspettare di madre
se mai ritorni a lei un triste figlio.
So anche la mia terra, letizie senza ragione.
E so la fedeltà, ma ignoro dove sia adesso.
So i risvegli improvvisi da strazi, da non-speranze-
ma sapere è ben poco, ma ben poco è volere,
sapere il tradimento, quando il perdono è impossibile.
La morte tace al cospetto dei versi, ecco, ne sogno ancora.
A quale tempesta si tace? A quale cosa tremenda?
Che cosa laggiù capiremo? Che cosa non si disgrega?
Che cosa anche là muore? Che cosa là cade in eterno?
Gli amori? -
Non volevo, non volevo non tacere,
perdonate a Narcisa, perdonate la colpa e il mondo,
così, col cero acceso, pregate per la terra
che troppo non la prostri il dicembre col suo gelo,
che le sia dato un aprile di fiori,
che sia per lei bandiera in vetta a una torre la notte,
che sventoli alla luce, quando è l’ora delle stelle,
che gli amanti la lodino per il dolore.
Giovane così crudelmente e appena sul maturare,
rido da sanguinare e piango lacrime di sangue
e da Dio abbandonato e Dio abbandonato vi scrivo,
Kàrina, e non so se sono vivo…
Jiří Orten
(Traduzione di Giovanni Giudici e Vladimír Mikeš)
da “La cosa chiamata poesia”, Einaudi, 1969
martedì 6 maggio 2014
Libertà
"C'era la parola «libertà»! Una parola incommensurabile come il cielo, irraggiungibile da mano umana come un astro. Eppure creata dalla brama degli uomini, che hanno sempre e sempre di nuovo cercato di afferrarla, e intrisa del sangue vermiglio di milioni di morti."
Joseph Roth
Joseph Roth
schiave
La storia spesso si ripete: qualche secolo fa gli americani attraversarono l'Atlantico per deportare uomini e trasformarli in schiavi. Ora i discendenti di quegli schiavi rubano donne per venderle al mercato. L'ineffabile realtà, se non fosse così profondamente dolorosa e drammatica, il paradosso prevarrebbe...
Dall'ANSA
(ANSA) - LAGOS, 3 MAG - Le mamme delle liceali rapite in Nigeria circa tre settimane fa dal gruppo armato islamico Boko Haram hanno manifestato oggi a Lagos per fare "pressione" sulle autorità e giungere alla liberazione delle loro figlie che sono ancora nelle mani dei rapitori. Donne e madri manifesteranno martedì prossimo davanti gli uffici del ministero della Difesa e della Presidenza "per chiedere loro cosa stanno facendo per ottenere la liberazione delle nostre figlie", ha detto una delle organizzatrici.
Dall'ANSA
(ANSA) - LAGOS, 3 MAG - Le mamme delle liceali rapite in Nigeria circa tre settimane fa dal gruppo armato islamico Boko Haram hanno manifestato oggi a Lagos per fare "pressione" sulle autorità e giungere alla liberazione delle loro figlie che sono ancora nelle mani dei rapitori. Donne e madri manifesteranno martedì prossimo davanti gli uffici del ministero della Difesa e della Presidenza "per chiedere loro cosa stanno facendo per ottenere la liberazione delle nostre figlie", ha detto una delle organizzatrici.
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